venerdì 10 giugno 2011

The Basement in Bologna

L'esperienza fatta a Bologna ci è servita. Abbiamo la registrazione, appena posso provo a postarla. Si è trattato di un concerto con Mediterraneo Radicale, un collettivo di improvvisazione appartenente al circuito Improring (Roma). Il collettivo si pone diversi obiettivi, e detto tra noi, il sistema funziona. Pasquale Caló (sax) e Fabrizio Savino (chitarra) hanno perseguito una linea di direzione artistica difficile abituando il pubblico a interessanti quanto insolite proposte. L'esperienza in collettivo apre la mente e allarga i contatti. Difatti a Bologna abbiamo avuto l'opportunità di suonare come The Basement + Procopio (danza). La performance di ballo ha reso lo spettacolo completo e di sicuro in futuro produrremo qualcosa con Procopio. La nostra strumentazione si è dimostrata adeguata alla location ma la mancanza del fonico ha creato qualche problema. In più molta gente del pubblico (500 persone in tutta la serata) era li per il Dj set finale, non certo per il collettivo, quindi il noise di fondo creava difficoltà nelle dinamiche. Per il nostro genere che ho denominato <>, il suono, la prospettiva e l'ascolto dei performer è tutto. Induttivo per me significa che ogni singola azione o evento sonoro mi ispira. L'ispirazione deriva dall'ascolto di una situazione sempre nuova, da affrontare... Per me da ordinare e complicare. Mi piace inventare linee melodiche e realizzare texture ed ambientazioni sempre diverse. Le melodie sintetizzano ed ordinano, io per lo più cerco di dare ogni volta un senso diverso agli attacchi e agli intervalli. Il lavoro sul suono della tromba l'ho quasi terminato, mi manca solo scurirlo ancora un po' : suono una Bach stradivarius 25 custom. Bocchino Bruno Tilz 2 e 1/2 X. La ricerca armonica invece è ancora lunga. Sto cercando di arricchire il fraseggio, in particolare cerco di rubare da Coltrane, ho imparato a memoria il piccolo ma poeticissimo chorus di solo in Blue In Green (Kind of Blue). Personalizzare mentre si improvvisa è davvero difficile, se le cose si mettono male, a causa di induzioni complesse, si calcano copioni già sentiti: viene fuori subito Miles Davis come fosse proprietario di quote del mio strumento e ne rivendicasse i diritti. In generale un minimo di insicurezza mette a nudo te con te-stesso; magari il pubblico non lo saprà mai, magari elegantemente glissi e lasci una pausa ma sai che potresti dare di più. In questi casi è meglio cercare la concentrazione per governare il processo compositivo. Ribadisco per me nell'improvvisare c'è tutto quello che cerco, svincolarsi dalla tradizione è il problema. Il ricordo dei dischi sentiti -consumati- riaffiora appena ti distrai un attimo... Ma col tempo questa cosa sparirà.

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